In queste aree la serie di vegetazione forestale è quella delle faggete. Grazie alla fertilità dei suoli ed alla notevole piovosità delle aree interne, le faggete campane sono tra le più belle dell’Appennino meridionale. Presenti in tutti i principali gruppi montuosi, sono principalmente di due tipi: quelle macroterme a quote più basse e quelle microterme, che sostituiscono le precedenti a quote maggiori o in piccole aree con particolari condizioni microambientali. Nelle prime sono presenti elementi di pregio come Ilex aquifolium e Taxus baccata e tavolta sono arricchite dall’endemita Alnus cordata e da Acer cappadocicum subsp. lobelii. Localmente (M.te Motola, Alburni, Cervati e Picentini) si osservano popolamenti relitti di Abies alba. Lo strato erbaceo è caratterizzato da specie a fioritura precoce (Anemone apennina, Primula vulgaris).
Le faggete microterme sono molto meno frequenti (Picentini, Cervati) e sono riconoscibili per la presenza di specie come Asyneuma trichocalycinum, Adenostyles glabra, Orthilia secunda; queste specie mancano nelle faggete del Matese, molto più simili a quelle dell’Appennino centrale. Gli arbusteti sono simili a quelli di quote inferiori, ad eccezione per le faggete microterme dove è lo stesso faggio in forma arbustiva a formare stadi pionieri. Solo sulle cime più elevate si osservano contatti dinamici con ginepreti a Juniperus communis, che assume in quota un tipico aspetto prostrato, Daphne oleoides e Rosa pendulina. Le praterie ospitano emicriptofite con numerose Poaceae (Bromus erectus, Festuca sp.pl., Poa sp.pl.) e cespugli appressati al suolo (camefite) (Helianthemum nummularium, Thymus sp. pl.). Questo settore ospita molte specie a distribuzione prevalentemente settentrionale con areale disgiunto e frammentato in Appennino meridionale (Botrychium matricariifolium, Gentiana verna) dimostrando l’importante ruolo di rifugio delle vette campane per specie microterme che nel corso del Quaternario sono state spinte verso Sud dai fenomeni glaciali. Altra entità di notevole interesse è l’endemita Minuartia moraldoi, specie descritta di recente e nota soltanto in una piccolissima stazione delle rupi flyshoidi delle faggete del Monte Sacro (SA).
Un ultimo cenno lo dedichiamo alle formazioni a casmofite (piante degli strapiombi), spesso svincolate dal settore bioclimatico, con specie quali l’endemita puntiforme Asperula crassifolia (presente a Capri e in piccolissime stazioni a Punta Campanella e all’Isolotto de Li Galli) o Athamantha ramosissima, specie anfiadriatica che raggiunge in Campania (Penisola Sorrentina e Cilento) il limite occidentale del suo areale.
Sandro Strumia1, Annalisa Santangelo2
1Dip.to di Scienze ambientali, Seconda Università degli Studi di Napoli –
sandro.strumia@unina2.it
2Dip.to delle Scienze biologiche, sez. Biologia Vegetale, Università degli Studi di Napoli Federico II -
santange@unina.it